IL MARE D'AMARE

 

     

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Pinna nobilis, (nacchera, pinna comune, cozza penna o stura)


 

     

Sottoclasse Pteriomorphia
Ordine Mytiloida
Superfamiglia Pinnacea
Famiglia Pinnidae
Genere Pinna
Specie Pinna nobilis Linnaeus, 1758
 

La Pinna Nobilis, è una specie animale appartenente al gruppo zoologico (Phylum) dei molluschi. Il nome volgare italiano proposto in sede internazionale è “pinna comune”, ma è comunemente nota anche con i termini “nacchera”, “gnacchera” o “cozza pinna”.

Per nutrirsi e respirare pompa l'acqua nella cavità del mantello mediante un sifone inalante e poi la emette attraverso uno esalante. Le valve hanno il margine posteriore arrotondato e presentano una ventina di coste radiali con scaglie a forma di canali. Il colore è bruno con scaglie più chiare; l'interno è bruno e lucente con la parte anteriore madreperlacea.

La dimensione media della conchiglia di un esempalre adulto è intorno ai 65 cm, ma puo arrivare agli 80 cm e oltre. Ha uno sviluppo abbastanza rapido nei primi anni di vita, in media di 10 cm per anno; raggiunta la maturità sessuale, intorno ai 40 cm, l'accrescimento rallenta e si assesta su circa 10 cm OMBRINA. Umbrina cirrosaogni 3 anni.

La specie: il più grande bivalve dei mari europei con oltre 1 m di lunghezza delle valve, è endemica per il Mare Mediterraneo, ed è attualmente sottoposta a regime di protezione e tutela in conformità a Atti Ufficiali quali la Convenzione di Barcellona (1995), ratificata dal Governo Italiano con la legge n° 175 del 25/05/1999, e la Direttiva Habitat della Comunità Europea (43/92). Sulla base di tali atti ufficiali, è proibita la raccolta, l’uccisione, la detenzione, la commercializzazione e persino l’esposizione ai fini commerciali della specie.
L’inclusione di Pinna nobilis nel novero delle specie protette è soprattutto dovuta alla raccolta indiscriminata da parte dei subacquei, oltre che alle catture accidentali della pesca professionale; l’attività di strascico illegale nelle aree costiere caratterizzate dalla presenza delle praterie di Posidonia oceanica ha contribuito non poco alla diminuzione delle popolazioni in mare.

bivalvi della “semi-infauna”, poiché gli animali sono sedentari e vivono parzialmente infossati su fondi fangosi, sabbiosi o ghiaiosi. Molte delle specie sono ancorate tramite i filamenti del bisso a sassi infossati o qualunque pezzo di materiale coerente, compresi i rizomi (radici) di fanerogame marine vive o morte (“matte” di Posidonia nel caso del Mediterraneo). La stessa famiglia è diffusa in tutto il mondo, con i generi Pinna, Atrina e Streptopinna. Nel Mediterraneo si trovano solo tre specie di questa famiglia: Pinna nobilis Linnaeus, 1758, Pinna rudis Linnaeus, 1758 e Atrina fragilis (Pennant, 1777).
In particolare, Pinna nobilis si distingue dalle altre due specie per alcune caratteristiche morfologiche che sono di seguito illustrate:
- La curvatura dell’apice delle valve presenta una forma “ad arco” nel caso di Pinna nobilis, mentre è ripida nel caso di Atrina fragilis, e più ampia nel caso di Pinna rudis;
- La zona madreperlacea interna alle valve di Pinna nobilis è divisa in due lobi, di cui quello ventrale più lungo del dorsale; al contrario, Atrina fragilis presenta una zona madreperlacea indivisa, mentre Pinna rudis è caratterizzata da due lobi sub-uguali.


 

Inoltre, le dimensioni massime degli adulti sono riportate pari a circa 100 cm per P. nobilis, 40 cm per A. fragilis e 35 cm per P. rudis. Un’altra differenza tra le specie è relativa alla distribuzione per batimetria; infatti Pinna nobilis vive generalmente sino a 100 m di profondità, ma è più frequente tra –10 e –50 m, Atrina fragilis vive sino a 600 m di profondità ma è più frequente oltre –150/-200 m, Pinna rudis è una specie esclusivamente di basso fondale (entro i 40 m) ed è abbastanza rara.


 

  

Come tutti i bivalvi, Pinna nobilis presenta due valve (da cui il nome attribuito alla Classe zoologica). Queste stesse valve, dure al tatto, sono di natura mista sia organica sia inorganica. In particolare ogni valva è composta di tre strati sovrapposti; il più esterno, chiamato Periostraco, è di natura esclusivamente organica essendo composto dalla conchiolina, una sclero-proteina. Lo strato intermedio, denominato Ostraco, è di natura esclusivamente inorganica, essendo costituito da carbonato di calcio organizzato in cristalli di forma prismatica. Lo strato interno, l’Ipostraco, è costituito da carbonato di calcio in forma d'aragonite legato a proteine (albumine) e organizzato in lamelle. L’iridescenza tipica di questo strato interno è dovuta proprio alla struttura in lamelle che, se illuminata, provoca il particolare effetto ottico. Le due valve, seppure indipendenti, negli individui vivi sono collegate dorsalmente da un legamento elastico che tende ad allontanarle e quindi ad aprire la conchiglia. L’apertura delle valve è un movimento involontario, mentre la chiusura volontaria è dovuta alla contrazione di due muscoli. Nell’animale morto la presenza dei muscoli è evidenziata da tipiche impronte di forma circolare sulla faccia interna delle valve.
 

Comunque la conchiglia, seppure la parte più appariscente, è solo la struttura di sostegno e protezione dell’animale vero e proprio che è contenuto nelle due valve. Il mollusco è costituito esternamente da una tunica muscolare a contatto con le valve, definita “mantello”, che racchiude tutti le strutture e gli organi interni all’interno della sua cavità. Il mantello è molto importante, poiché proprio in questa parte sono presenti le cellule ghiandolari che formano la conchiglia attraverso la produzione di conchiolina ed il rilascio di carbonato di calcio; inoltre il bordo mantellare ha funzione sensoriale e regola il flusso d’acqua all’interno delle valve.
Come detto nella cavità del mantello sono presenti strutture ed organi quali il “piede”, le branchie, lo stomaco e l'intestino, i reni, il cuore, gli organi sessuali, e l'organo palleale. Il piede è una struttura muscolare che, in definitiva, aiuta il mollusco nei minimi movimenti che gli sono concessi, e nel caso di P. nobilis a scavare sul fondo molle per favorire l’infossamento.
 

Gli organi sessuali di Pinna nobilis sono sempre posizionati nella cavità palleale, ma nei pressi del bordo del mantello per facilitare l’espulsione dei gameti. La specie è ermafrodita insufficiente, nel senso che produce ed emette sia gameti femminili sia maschili ma in periodi successivi. L’espulsione dei gameti avviene direttamente nell’acqua all’esterno della conchiglia, solitamente nelle stagioni calde, e la fecondazione tra le cellule germinali di diversi individui è lasciata al caso ed al gioco delle correnti.
L'organo palleale interviene nei processi di apertura/chiusura delle valve, e consiste in un tessuto ghiandolare specializzato nella produzione di muco acido (pH < 4) a forte componente sulfurea. Il muco viene utilizzato come deterrente per predatori e parassiti.
Un altro tessuto ghiandolare importante per la vita di Pinna nobilis è quello che forma la cosiddetta ghiandola del bisso. Tale ghiandola è situata nel piede del mollusco, di cui rappresenta circa il 50% dell’intera lunghezza. Ovviamente la ghiandola è deputata alla produzione del bisso, un ciuffo di fini filamenti che, attraverso una piccola apertura sul bordo della valva, fuoriescono dalla conchiglia e permettono all’animale di ancorarsi su qualsiasi struttura dura presente nei sedimenti. I fili, di prevalente natura organica (proteica, essenzialmente collagene), hanno aspetto setoso, spessore nell’ordine del decimo di millimetro o anche inferiore, e lunghezza massima pari a circa 20 cm. La produzione di bisso in P. nobilis è continua, in quanto nel contesto fisiologico dell’animale (crescita ecc.) ogni filamento ha una durata funzionale di pochi anni.
 

 

Le branchie sono strutture di tipo lamellare ed occupano una buona percentuale dell’intero mollusco; esse sono impegnate in due funzioni fondamentali quali la nutrizione e la respirazione. Pinna nobilis viene definita un filtratore sospensivoro, in quanto si nutre prevalentemente di microalghe planctoniche (fitoplancton), ma anche di particellato organico. L’altra funzione delle branchie è quella respiratoria; il fluido sanguigno, a livello delle branchie, riesce a captare e legare l’ossigeno disciolto nell’acqua marina attraverso il pigmento respiratorio emocianina, che si differenzia dall’emoglobina umana per la presenza del metallo accettore rame al posto del ferro.

Per quanto riguarda il ciclo vitale di Pinna nobilis, dalla schiusa dell’uovo si origina una larva, denominata Veliger, che per un periodo limitato a meno di 10 giorni è parte integrante del plancton. Successivamente, ad una lunghezza di circa un millimetro, la conchiglia cade sul fondo dove comincerà la sua vita bentonica (a contatto con il fondale). Da questo momento in poi, tutta la vita bentonica di P. nobilis sarà di solito limitata spazialmente al punto in cui si è fissata la conchiglia. Dopo un anno di vita sedentaria l’individuo può raggiungere i 15 cm di lunghezza, che possono diventare 30 cm alla fine del secondo anno. Inoltre, tra il primo ed il secondo generalmente raggiunge la prima maturità sessuale. Si è stimato che la specie possa raggiungere e superare i 20 anni di età, per taglie vicine al metro di lunghezza.  è il più grande bivalve presente nel Mar Mediterraneo. Può raggiungere un metro di lunghezza.

 Antonio Raffone